Pubblicata la Relazione annuale sulla qualità dell’aria in Friuli Venezia Giulia per l’anno 2024

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Arpa FVG ha pubblicato la Relazione annuale estesa sull’andamento della qualità dell’aria nella regione Friuli Venezia Giulia nel 2024. La Relazione conferma le positive tendenze degli ultimi anni, con un focus di approfondimento sul territorio della nostra regione ai confini con il Veneto (dove permangono alcune limitate criticità) e con uno sguardo a quella che sarà la nuova normativa sulla qualità dell’aria, come indicato nella nuova Direttiva europea recentemente approvata.

Le criticità riguardano l’ozono su quasi tutto il territorio regionale nella stagione estiva, il PM10 nell’area sudoccidentale del territorio regionale, che risente di una maggiore stagnazione delle masse d’aria in prossimità della pianura Padana, e il benzo(a)pirene correlato all’uso di biomassa legnosa per il riscaldamento, sempre nell’area sudoccidentale del territorio regionale e, in misura minore, in Carnia.

Nella Relazione sono riportati anche i trend di ciascun inquinante misurato nelle stazioni di qualità dell’aria rispetto ai futuri limiti previsti dalla Direttiva europea 2024/2881, che entreranno in vigore a partire dal 1°gennaio 2030.

I dati riferiti al 2024 forniscono una prima indicazione del livello di adeguamento necessario per rispettare i futuri limiti normativi. In particolare, considerando tali limiti futuri, oltre ai parametri sopra riportati, saranno da attenzionare anche il PM2,5 e il biossido di azoto.

Infine, la Relazione contiene anche un Focus sulla qualità dell’aria nel comune di Brugnera, che negli ultimi anni ha evidenziato una discontinuità spaziale nella transizione ovest-est, suggerendo la presenza di contributi locali che si aggiungono alle fonti diffuse su tutta la pianura veneto-friulana.

Il Focus mette in evidenza le criticità insistenti su quest’area e individua le fonti di inquinamento al fine di consentire alle autorità competenti di definire eventuali azioni di miglioramento. In particolare si riscontra che le sorgenti che impattano maggiormente sulla qualità dell’aria riguardano il periodo invernale e sono riferibili alla combustione di biomassa legnosa sia per riscaldamento che, in via occasionale, per l’abbruciamento all’aperto di ramaglie e scarti agricoli.

Il monitoraggio della qualità dell’aria viene effettuato tramite una rete di stazioni di misura, veri e propri laboratori dislocati sul territorio regionale, che monitorano ciascun inquinante secondo specifici metodi di riferimento e che vengono gestite secondo determinate modalità di gestione che comprendono la raccolta, il trattamento, la validazione e la pubblicazione dei dati.

Al fine di fornire un adeguato livello di informazione circa la qualità dell’aria ambiente, come previsto dalla normativa vigente, le misure vengono integrate con i risultati di simulazioni numeriche, ottenendo delle mappe di risoluzione spaziale di 2km x 2km su tutto il territorio regionale dei vari inquinanti al suolo.

Ultimo aggiornamento 30/6/2025

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