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Con il caldo arrivano anche le sabbie

In questi giorni la nostra Regione è stata interessata da un episodio di trasporto di sabbie provenienti dal Sahara che ha avuto il suo culmine tra il 23 e il 24 di giugno.

Si è potuto osservare questo fenomeno in molti modi: attraverso i modelli numerici che hanno calcolato gli spostamenti delle masse d’aria, in questo specifico caso quelli che alcuni giorni fa si trovavano nei pressi del suolo libico ]; attraverso il colore rossastro dei tramonti e rosa lattiginoso dell’alone lunare [ ]; o attraverso le misurazioni delle stazioni della qualità dell’aria [1], che hanno anche riscontrato dei superamenti dei limiti di legge fissati sulla media oraria del PM10.

Una delle caratteristiche dei fenomeni di trasporto sahariano è quello di produrre un aumento soprattutto della frazione più grossolana del particolato atmosferico cioè di quella con diametro superiore ai 2.5 millesimi di millimetro ]. Le sabbie, infatti, si formano per fenomeni di disgregazione termica e di erosione dovuta allo sfregamento, pertanto i granelli prodotti non sono “piccoli” come quelli ottenuti nella generazione chimica del particolato atmosferico, generazione che avviene partendo dai vapori di ammoniaca in presenza di nitrati e solfati.

Le successive analisi chimiche del particolato raccolto ci mostreranno poi quale sarà il contenuto in ferro e altri metalli di queste sabbie che, benché sporchino le automobili e i davanzali, possono risultare però molto utili agli ecosistemi proprio grazie all’apporto di questi microelementi preziosi per la vita.

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