Azioni di mitigazione sui cambiamenti insufficiente secondo l’UE che conferma maggior impegno
La constatazione dell’insufficienza delle azioni per la mitigazione dei cambiamenti climatici viene formalizzata dal Consiglio dell’Unione Europea e questo atto formale testimonia anche la volontà di non abbandonare la missione verso l’inversione dell’attuale tendenza.
L’Unione ribadisce l’adesione all’Accordo di Parigi per il contenimento dell’aumento della temperatura globale del pianeta entro i due gradi centigradi, rispetto ai valori prerivoluzione industriale, ed auspicabilmente anche al di sotto di 1.5°C.
Viene confermata l’intenzione di raggiungere l’obiettivo europeo di annullare l’emissione di gas climalteranti, tramite una transizione economico e sociale, equa e sostenibile. A tale scopo vengono esortati tutti gli stati membri a intraprendere il maggior sforzo possibile per conseguire l’obiettivo comune.
Nel documento ci sono espliciti riferimenti al concetto di cambiamenti climatici come un “moltiplicatore di problemi sociali e ambientali”, indicando nella protezione dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi gli aspetti da considerare e sui quali agire, congiuntamente alla riduzione dei gas effetto serra.
Il Consiglio indica quest’anno, come quello cruciale, per accelerare le azioni da intraprendere per raggiungere gli obiettivi dell’agenda internazionale 2030 . A tale proposito l’UE intende stimolare collaborazioni nell’ambito del G20, ovvero del gruppo dei paesi, che contano per i 2/3 della popolazione e oltre l’80% del PIL mondiale, e responsabili della gran parte delle emissioni di gas serra (80%).
Inoltre si stima che le risorse da mobilitare ogni anno dal 2020 al 2025 dovranno essere dell’ordine di 100 miliardi di euro, se si intende conseguire gli obiettivi prefissati.
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