Parametri indicatori

Alcuni elementi indicatori della qualità delle acque potabili sono normalmente riportati nelle etichette delle acque minerali.

Arpa FVG, con l'autorizzazione delle Aziende Sanitarie, ha elaborato le mappe dei valori medi riscontrati nelle acque potabili in rete acquedottistica, per comune. Il periodo considerato riguarda i dati analizzati dal 2016 al 2019.

Le mappe sono intese a dare un'indicazione di massima dei valori di parametro, che possono avere talvolta elevata variabilità, anche all'interno dello stesso territorio comunale.

La provenienza dell'acqua erogata ai comuni infatti non segue i limiti amministrativi, ma dipende dall'acquedotto di provenienza e dalle diverse fonti di approvvigionamento utilizzate. Queste possono variare nel tempo e nello spazio a seconda delle esigenze e delle condizioni meteorologiche.

I parametri indicatori di cui sono rese disponibili le mappe sono i seguenti:

  • Durezza
  • Cloruri
  • Sodio
  • Nitrati
  • Solfati

È importante evidenziare che le informazioni riportate sui parametri indicatori sono di carattere generale e non tengono conto di condizioni patologiche o fisiologiche particolari. Alcuni di essi hanno valori limite definiti dal D.Lgs. 31/01, altri valori consigliati.

Valore di durezza consigliato tra 15 e 30 °F, dove il valore minimo di 15 °F si riferisce alla soglia minima solo nel caso di addolcimento o dissalazione.

La durezza è connessa al contenuto di calcio e magnesio ed è espressa in gradi francesi (°F):

1 grado francese corrisponde a 10 mg/L di carbonato di calcio (CaCO3) ovvero a circa 4 mg/L Calcio.

Una delle numerose classificazioni basate sulla durezza delle acque prevede queste tre categorie:

  • Acque dolci o leggere: durezza inferiore a 15 °F (<150 mg/L CaCO3)
  • Acque mediamente dure: durezza compresa tra 15 e 30 °F (150-300 mg/L CaCO3)
  • Acque molto dure: durezza superiore a 30 °F (>300 mg/L CaCO3)

Effetti della Durezza

  • Acque dolci possono essere corrosive per le tubazioni (o le parti metalliche di elettrodomestici) e possono solubilizzare alcuni elementi delle tubazioni quali ferro, rame e piombo.
  • Una durezza media o elevata potrà determinare variazione nel gusto dell'acqua;
  • Elevate durezze, in funzione di altri parametri come il pH  o l’alcalinità, possono dar luogo a deposito di incrostazioni, in particolare negli impianti di riscaldamento.

Il calcio è un elemento necessario per la formazione dei denti e del tessuto osseo. Il fabbisogno giornaliero si aggira sugli 800 mg di calcio al giorno, ma aumenta durante la gravidanza e l’allattamento ed in età avanzata per combattere l'osteoporosi. Anche nel caso di malattie cardiovascolari non ci sono controindicazioni all'impiego di acque contenenti calcio. Nella rete acquedottistica della nostra regione il calcio risulta mediamente sui 50 mg/l, nei casi più elevati può raggiungere i 100-110 mg/l che corrispondono grossomodo a 10 g di grana oppure ad un vasetto di yogurt magro o ancora a 100 g di radicchio verde o di indivia.

Il magnesio in quantità elevata può avere proprietà purgative. L'organismo umano necessita di almeno 500 mg di magnesio al giorno, ma il fabbisogno aumenta in gravidanza e con l’attività sportiva. Acque magnesiache trovano impiego nella prevenzione dell'arteriosclerosi, perché determinano una sensibile dilatazione delle arterie. Il magnesio si attesta mediamente sui 14 mg/l, variando da valori <1 a circa 37 mg/l. Si segnala anche che diversi autori indicano che il magnesio aiuta a ridurre la formazione dei calcoli.

Valore limite: 250 mg/l

Insieme ai solfati, al sodio, al calcio e ad altri elementi, i cloruri sono componenti principali delle acque e sono presenti nelle acque in quantità variabili in funzione della natura del suolo e del sottosuolo. In acque che circolano nelle nostre zone si trovano concentrazioni generalmente inferiori a qualche mg/l fino a un massimo di 65 mg/l.

Valore massimo consigliato: fino a 1500 mg/l

Il residuo fisso (o residuo secco a 180 °C) esprime la quantità totale dei sali contenuti. Il contenuto salino delle acque di acquedotto, se assimilate alla definizione utilizzata per le acque in bottiglia, si classificherebbero nella classe di oligominerali, insieme a buona parte delle acque imbottigliate in commercio.

Classificazione delle acque in bottiglia

  • acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso a 180° è inferiore a 50 mg/l;
  • acque oligominerali (o leggermente mineralizzate): il residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/l;
  • acque medio minerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e 1500 mg/l;
  • acque ricche di sali minerali: il residuo fisso è superiore a 1500 mg/l.

Valore limite: 200 mg/l

Trattandosi di uno dei costituenti base di molti tipi di rocce il sodio è sempre presente nelle acque sotterranee e superficiali, anche a causa dell’elevata solubilità dei suoi sali. Elevate concentrazioni possono essere dovute ai trattamenti mirati ad addolcire le acque. In Friuli Venezia Giulia i valori di sodio sono decisamente contenuti. Considerando che il fabbisogno giornaliero medio per l’organismo umano è circa 3000 mg di sodio, bevendo 2 litri di acqua con un contenuto di 15 mg/l di sodio, si introduce nell’organismo 1/100 dell’apporto quotidiano consigliato.

Valore limite: 50 mg/l NO3

In Italia, il limite massimo ammissibile di nitrati nell’acqua potabile è pari a 50 mg/l di NO3. L’USEPA (United States Environmental Protection Agency) ha stabilito per i nitrati nell'acqua potabile un livello massimo di sostanza inquinante pari a 10 mg/l di N (che, attenzione, corrispondono a 44 mg/l di NO3, poco meno rispetto al limite legislativo italiano), mentre la normativa precedente all’attuale decreto suggeriva un valore guida di 5 mg/L (22 mg/L di NO3).

I limiti normativi cautelano specialmente i neonati che sono ancora sprovvisti dell'enzima necessario a compensare gli effetti di un’eccessiva ingestione di nitrati e che possono sviluppare una particolare malattia del sangue conosciuta con il nome di metaemoglobinemia, dovuta principalmente alla trasformazione batterica di nitrati in nitriti, i quali sono tossici e provocano un trasporto insufficiente di ossigeno nel flusso sanguigno (cianosi).

Il contenuto "naturale" di nitrati nell'acqua è di solito molto esiguo e quindi contenuti elevati sono in genere il risultato di una modificazione dell'ambiente indotta dall'uomo. L’acqua erogata dai nostri acquedotti mediamente si mantiene sui 6 mg/l di NO3, anche se in alcuni comuni, purtroppo, può superare anche i 30 mg/l di NO3.In ogni caso è largamente al di sotto del limite di legge di 50 mg/l.

Valore limite: 250 mg/l

I solfati sono presenti in regione in quantità massime non superiori a 220 mg/l e più basse nell’area Giuliana. Il solfato è uno degli anioni meno tossici; tuttavia, ad elevate concentrazioni (oltre 600 mg/L) può dare effetti lassativi, disidratazione e irritazione gastrointestinale.

Valore limite: 1,5 mg/l

Nel nostro organismo il fluoro è considerato tra gli oligoelementi, ossia quei sali minerali che, pur presenti solo in piccole quantità, svolgono funzioni biologiche importanti. Nelle acque potabili il Fluoro è presente sotto forma di composti (Fluoruri). Il fluoro ha una azione preventiva sulla carie dentale. Nel contempo, l'eccesso di fluoro ha un riconosciuto impatto negativo sui tessuti duri dell'organismo. I nostri acquedotti erogano acque con contenuti di fluoro bassissimi.

Ultimo aggiornamento 20/1/2022

URL: https://www.arpa.fvg.it/temi/temi/analisi-ambientali-laboratorio/impariamo-insieme/parametri-indicatori/