Rifiuti a Natale
Un’occasione per riflettere sulle nostre abitudini
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La produzione di rifiuti organici nel periodo natalizio, sebbene elevata, non rappresenta una criticità ed è inferiore rispetto ad altri periodi dell’anno. L’adozione di semplici accorgimenti e buone pratiche consente una significativa riduzione degli sprechi alimentari, ma è anche un segno di responsabilità civile.
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Il Natale è uno dei momenti più attesi dell’anno, luci colorate, regali, pranzi abbondanti e momenti di festa con familiari e amici, ed è quindi sinonimo di festa, calore familiare e tradizioni. Durante le festività natalizie però ogni famiglia si trova a gestire confezioni di regali, imballaggi di alimenti, addobbi, cartoni e plastica e scarti alimentari generati dai pranzi e cene abbondanti.
Sono però gli odori e sapori di questo periodo che rendono speciale questa parte dell’anno e ci fanno entrare nel clima delle feste. Nell’immaginario comune il Natale è anche sinonimo di resse ai supermercati e pranzi e cene con mille prelibatezze.
Dal punto di vista dei rifiuti, questo farebbe ipotizzare che, in questo periodo, siano prodotte maggiori quantità di rifiuti urbani. La nostra realtà regionale invece ci racconta una storia diversa.
La produzione ed il relativo valore procapite mensile di rifiuti organici alimentari si attesta sui 5,44-5,45 kg/abitante nei mesi di dicembre e gennaio, in linea con la media mensile annua pari a 5,47 kg/ab. I mesi in cui si riscontrano i valori più elevati di rifiuti organici sono quelli di luglio ed agosto con valori procapite di 6,40 e 6,29 rispettivamente.
I dati ci raccontano quindi la storia di una regione in cui le festività natalizie non sono un fattore di stress del nostro sistema di gestione dei rifiuti organici; nella produzione di rifiuti sembrano avere maggiore importanza le abitudini alimentari stagionali legate al maggior consumo di frutta e verdura durante i mesi estivi e il turismo estivo che incide su un arco temporale più lungo rispetto ai mesi invernali.
A livello annuale la produzione di rifiuto organico raccolto separatamente in Friuli Venezia Giulia è pari a 66 kg/ab., mentre se consideriamo l’intera frazione putrescibile del rifiuto urbano, comprensiva quindi anche della frazione verde (foglie, erba, ramaglie, ...), il procapite sale a 166 kg/ab. (dato calcolato secondo DGR n. 993/2024). Detti valori sono più alti della media nazione (130 kg/ab.) e della media delle regioni del nord Italia (142 kg/ab.). In Friuli Venezia Giulia quindi si producono e raccolgono tanti rifiuti putrescibili, nei quali la frazione organica ne costituisce il 40%.
Con valori così alti di produzione ci possiamo considerare degli spreconi? Quanto cibo di tutto quello che acquistiamo finisce nel bidone dell’umido, o peggio nel bidone del secco?
Se tenessimo infatti in considerazione la quantità di cibo presente nel rifiuto secco, la media annua regionale di rifiuto organico prodotto salirebbe da 66 kg/ab. a 78,6 kg/ab., questo in virtù del fatto che, dai dati delle analisi merceologiche eseguite nel 2024 su tale tipologia di rifiuti, emerge che in essi sono presenti scarti alimentari per una percentuale pari a 8,6%.
Per far fronte a questa situazione, la Regione FVG già nel 2016, con il Piano di prevenzione e riduzione dei rifiuti, ha declinato una serie di azioni per combattere lo spreco alimentare. Tra le azioni promosse si evidenziano quelle di incentivare l’uso della doggy bag nei ristoranti e le attività di raccolta dei prodotti invenduti per destinarli a fini sociali attraverso il progetto Last Minute Market. Tale progetto, già consolidato in alcune realtà della grande distribuzione, è stato esteso anche ad esercizi commerciali della piccola distribuzione.
Sulla base dei dati disponibili non è possibile però a fare dei confronti con le altre regioni d’Italia, in quanto non sappiamo quanto incide la frazione organica sul valore procapite annuo di frazione putrescibile. In ogni caso il Friuli Venezia Giulia risulta essere una regione in cui i rifiuti organici alimentari ed il verde sono raccolti e trattati in impianti (il 96,5% degli impianti di destino sono in FVG) che li trasformano in compost, utile per l’agricoltura.
Cosa possiamo fare quindi, proprio in vista del Natale e della fine anno? Quali buoni propositi possiamo esprimere?
- Pianifica i pasti in modo realistico: acquista solo ciò che serve.
- Conserva e consuma gli avanzi in modo sicuro e creativo: tante ricette nascono proprio dagli avanzi di Natale.
- Chiedi sempre la doggy bag nei ristoranti se non hai consumato tutto il cibo.
- Dona il cibo non consumato a chi ne ha bisogno, se possibile.
In conclusione, i dati ci mostrano che durante le feste di Natale i rifiuti organici non rappresentano una criticità, ma che le festività rappresentano comunque un’occasione per riflettere sulle nostre abitudini. Ridurre lo spreco alimentare è un gesto semplice che ha un grande impatto: pianificare con attenzione, riutilizzare gli avanzi e donare ciò che non consumiamo sono azioni che fanno bene all’ambiente e alla comunità. Facciamo in modo che le feste siano davvero sinonimo di condivisione e responsabilità, trasformando i buoni propositi in realtà.
Buone feste a tutti!
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News da SNPA: i rifiuti in Italia
Lunedì 11 dicembre è stato presentato il nuovo Rapporto Rifiuti Urbani, giunto alla sua 27ª edizione, realizzato da ISPRA con il contributo delle Agenzie ambientali territoriali. Nel 2024 la produzione di rifiuti urbani in Italia è salita a 29,9 milioni di tonnellate (+2,3% rispetto al 2023). La raccolta differenziata ha raggiunto il 67,7%, con il Nord in testa (74,2%) e il Sud sotto il 61%. Il riciclo si attesta al 52,3%, superando gli obiettivi europei, mentre il conferimento in discarica scende al 14,8%. Cresce il trattamento dell’organico (7,2 milioni di tonnellate) e il costo medio pro capite del servizio arriva a 214 euro. Il PNRR destina 2,1 miliardi di euro per impianti e filiere circolari, spingendo verso un’economia più sostenibile.