L'inquinamento acustico
Gli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Unione Europea sono concordi nell’evidenziare come quasi la metà della popolazione europea è esposta a rumore di traffico stradale con livelli di pressione sonora superiori a 55 dB(A), livelli considerati non compatibili con un adeguato confort acustico. La stessa Unione Europea già da un decennio ha avviato una politica di riduzione dei livelli sonori di emissione prodotti dagli veicoli, tuttavia i recenti studi hanno evidenziato come non si siano avuti miglioramenti significativi nell’esposizione al rumore: sembra in particolare aumentata l’esposizione a livelli compresi tra 55 e 65 dB(A), attribuibile al rapido incremento dei volumi di traffico stradale.
Un ulteriore aspetto negativo rilevabile dagli studi di settore riguarda l’aumento dei livelli di rumore nel periodo notturno e il peggioramento del clima acustico anche delle aree rurali e suburbane. Per gli anni futuri, a causa della prevista crescita del numero di veicoli e del relativo chilometraggio, l’inquinamento acustico derivante da traffico veicolare è considerato come forte di preoccupazione per le ripercussioni sulle condizioni di vita della popolazione europea.
- FINO A 30 dB (NOTTE): sebbene la sensibilità individuale e le circostanze differiscano tra i vari casi studiati, non si evidenziano effetti biologici sino a questi livelli.
- DA 30 A 40 dB (NOTTE): si hanno un certo numero di effetti osservati come movimento corporeo, frequenti risvegli e disturbi del sonno. I gruppi vulnerabili come bambini, anziani ed ammalati sono più suscettibili a tali effetti.
- DA 40 A 55 dB (NOTTE): si osservano svariati effetti avversi sulla salute della popolazione. Molte persone devono adattare la loro vita per far fronte ai livelli di rumore.
- SOPRA 55 dB (NOTTE): la situazione è da considerarsi sempre più pericolosa per la salute pubblica. Gli effetti avversi si riscontrano più frequentemente. La gran parte della popolazione manifesta disturbi del sonno ed è in generale molto infastidita e deconcentrata. Vi è anche l’evidenza scientifica di un crescente rischio di malattie cardiovascolari.
Ultimo aggiornamento 10/11/2021
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