Innovazione tecnologica e inquinamento elettromagnetico
La tecnologia ha sicuramente migliorato la nostra qualità di vita nel corso degli anni, basti pensare alle applicazioni nel campo medico, nella ricerca scientifica, nelle telecomunicazioni, i trasporti e tutte le tecnologie presenti nelle nostre case. Man mano che le tecnologie si evolvono cambia anche il nostro mondo.
L’utilizzo della tecnologia se da un lato migliora la nostra vita, in alcuni casi però può avere anche degli impatti sull’ambiente e sulla nostra salute.
Un tema di cui si sente spesso parlare è l’inquinamento elettromagnetico ovvero l’inquinamento dovuto a delle onde che noi non riusciamo a vedere. Queste onde permettono di far funzionare tutte quelle tecnologie come radio, televisori, telefoni, smartphone, tablet, computer, lavagne elettroniche, mezzi di trasporto e altro ancora che necessitano di trasmettere dei dati attraverso una rete.
È fondamentale capire come funzionano le nostre strumentazioni, approfondendo il rapporto tra natura e tecnologia e dando particolare attenzione all’inquinamento elettromagnetico dovuto all’utilizzo degli strumenti che usiamo di più durante le nostre giornate ovvero smartphone e tablet.
Oltre alle possibili conseguenze fisiche dovute ad un utilizzo prolungato, dobbiamo tenere conto anche di quelle sociali, psicologiche e in materia di sicurezza dei dati personali.
Tecnologia e natura
Qual è il rapporto tra tecnologia e natura?
Che cosa dà la natura alla tecnologia? E cosa può fare la tecnologia per la natura?
La natura è da sempre fonte d’ispirazione per il genere umano, ci ha fornito molte idee per mettere a punto le nostre tecnologie nel modo più efficiente e funzionale possibile. Il velcro (materiale che viene utilizzato in tutti i sistemi di chiusura a strappo), per esempio, è ispirato dagli stimmi del fiore di bardana che per diffondersi nell'ambiente si attaccano agli animali di passaggio con degli uncini, altri esempi sono il sonar e il radar, dei sistemi di geolocalizzazione che imitano quelli naturali dei pipistrelli o dei mammiferi marini; infine, la forma delle motrici dei treni ad alta velocità si inspira a quella della testa del martin pescatore.
Con il termine biomimetica o biomimesi (biomimicry in inglese) indichiamo tutte quelle tecnologie che sono state create a partire da esempi naturali, che possono derivare da piante o animali. Einstein diceva “ogni cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata”: un mondo fantastico da scoprire.

Ma non è tutto: moltissime risorse fondamentali per realizzare e far funzionare i nostri dispositivi tecnologici sono estratte proprio dalla natura. Smartphone, tablet, computer e tutti i dispositivi elettronici non potrebbero esistere senza risorse naturali come moltissimi minerali preziosi e terre rare, difficili da trovare sul Pianeta.
Bisogna però considerare che anche la tecnologia può fare qualcosa per la natura. Sicuramente progettare le strumentazioni elettroniche in modo sostenibile può fare la differenza per cercare di estrarre meno minerali preziosi in natura, progettando il recupero delle materie prime dai componenti, allungando la vita dei nostri dispositivi, riparando facilmente, trovando pezzi di ricambio e altro ancora.
La tecnologia può essere d’aiuto anche alla natura quando viene utilizzata per i monitoraggi ambientali che servono per capire come sta il nostro ambiente.
ARPA FVG, ad esempio, utilizza moltissima tecnologia per i suoi studi come radar e satelliti nel campo meteo, sonde e boe galleggianti in grado di fornire dati in continuità per il monitoraggio del mare, microscopi ad altissima definizione per analizzare campioni d’acqua, di terra, droni per filmare dall’alto casi di inquinamento e altro ancora.
Quante ne sai sul rapporto tra tecnologia e natura?
Risorse in natura per la tecnologia
Molte delle nostre tecnologie possono essere realizzate proprio grazie alle risorse che ci offre la natura. Si può proprio dire che i nostri smartphone sono delle vere e proprie miniere che portiamo sempre con noi.
Analizzando il nostro telefono cellulare ci rendiamo conto che i minerali preziosi sono presenti in tutte le componenti e sono fondamentali per le funzionalità dei nostri strumenti.

La componente plastica realizzata a partire dal petrolio (che è pur sempre una risorsa naturale) non è semplice plastica ma ha, al suo interno, delle sostanze che la rendono lavorabile, resistente, ignifuga, ecc. La maggior parte delle funzionalità del display come i colori o la regolazione della luminosità sono garantite grazie all’utilizzo di “terre rare” ovvero minerali con particolari caratteristiche presenti in natura in bassissime percentuali. Le batterie sono realizzate grazie al litio e al cobalto (di cui si parla spesso anche in relazione alle batterie delle auto elettriche). All’interno dei circuiti elettronici sono presenti l’oro, argento, rame fino al niobio e tantalio, fondamentali per realizzare i microcondensatori ovvero dei microcomponenti necessarie ad ottimizzare il consumo di energia elettrica nei chip di nuova generazione dei nostri smartphone.
Ma cosa sappiamo di come vengono estratte queste risorse preziose? Qual è l’impatto sull’ambiente? Cosa comporta, a livello sociale ed economico, l’estrazione di queste materie prime? Vengono incentivati mercati non etici e modelli economici distruttivi per alcune popolazioni?
Sono tutte tematiche che non possiamo più ignorare.
Inquinamento elettromagnetico: tra radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

Se pensiamo all’inquinamento dell’aria, dell’acqua, ai rifiuti e altro ancora, abbiamo delle immagini in mente e delle esperienze dirette a livello sensoriale che ci portano a riconoscere abbastanza facilmente queste tipologie di impatto. Quando parliamo di inquinamento elettromagnetico, invece, non riusciamo a riconoscerlo in base ai nostri sensi. Non riusciamo a percepirlo perché non è visibile ai nostri occhi e non possiamo toccarlo, gustarlo, annusarlo... L’unica onda che riusciamo a vedere è “la luce visibile” (appunto così definita perché i nostri occhi riescono a percepirla) generata dalla più importante sorgente di energia per il nostro Pianeta: il Sole.
Parlando di onde elettromagnetiche, parliamo di vere e proprie onde cariche di energia che si muovono nello spazio.
Per provare a visualizzarle immaginiamo delle onde che trasportano delle palline di energia da un punto ad un altro. Il passaggio di queste cariche elettriche genera non solo un campo elettrico ma anche uno magnetico.
Ci sono vari tipi di onde, da quelle molto cariche di energia a quelle che ne trasportano di meno ma tutte hanno una cosa in comune: possono cedere energia alla materia che attraversano.
Le radiazioni si dividono in: ionizzanti e non ionizzanti. Cosa significa?

Spettro elettromagnetico
Le radiazioni ionizzanti hanno così tanta energia che, attraversando la materia, la “ionizzano” cioè sono in grado di estrarre elettroni dai suoi atomi. Queste radiazioni possono modificare la struttura chimica della materia che oltrepassano, potendo causare anche profondi danni biologici. È per questo che le radiazioni ionizzanti possono fare molto male all’essere umano, arrivando addirittura a causare tumori.
Le radiazioni non ionizzanti (campi elettromagnetici), invece, non trasportano abbastanza energia da riuscire a modificare la materia. Osservando lo spettro elettromagnetico tutte le onde che si trovano a sinistra della luce visibile, ed essa compresa, non sono ionizzanti. Tra queste abbiamo le onde radio, gli infrarossi e le microonde.
Le onde utilizzate per il funzionamento dei nostri smartphone sono le microonde che possono, proprio come nel forno che molti hanno a casa, trasferire la propria energia alle molecole d’acqua che vibrando scalderanno la materia. Se nel forno a microonde a scaldarsi sarà il cibo (che contiene acqua), nel momento in cui utilizziamo lo smartphone, a scaldarsi sarà la zona più vicina del nostro corpo che come sappiamo è ricco d’acqua.
Come funzionano i nostri smartphone?
Le onde elettromagnetiche sono fondamentali per trasportare informazioni. Nel caso dei nostri telefoni, ogni pallina carica di energia che costituisce l’onda, trasporterà un’informazione sotto forma di codice o algoritmo.
Ad esempio per un messaggio scritto ad essere trasportate saranno le lettere, se volessimo inviare una foto saranno i colori, la definizione e altro ancora, se volessimo inviare un video sarà una sequenza di immagini, la definizione, l’audio e la quantità di informazioni varierà anche in base alla durata e al peso dei file.
Quindi quante più informazioni noi vogliamo inviare e ricevere, tanta più energia in movimento sarà necessaria.

I nostri sistemi di comunicazione non potrebbero esistere senza un elemento fondamentale: le antenne.
Le informazioni che noi inviamo o riceviamo viaggiano prima verso l’antenna più vicina e successivamente vengono indirizzate alla cella più prossima al destinatario talvolta rimbalzando attraverso altre antenne; pensiamo ad esempio quando inviamo un messaggio ad una persona che si trova in un'altra regione, in un altro stato o addirittura in un altro continente.
Più i nostri telefoni devono essere connessi e in grado di inviare e ricevere informazioni in pochi secondi, più il territorio deve essere servito da antenne che devono essere posizionate in zone libere da ostacoli per fornire un segnale più diretto possibile. È per questo che si trovano spesso in zone aperte o in cima agli edifici.
L’effetto ombrello
Considerando tutte le onde che trasportano energia e dati verso l’apice dell’antenna, si forma il cosiddetto “effetto ombrello”. Il campo elettromagnetico si sviluppa proprio come un grande ombrello che parte dalla punta dell’antenna (dove si misureranno i valori più alti) e scende fino a terra dove si misurano i valori più bassi.
Sotto all’antenna, quindi sotto all’ombrello, il campo elettromagnetico è praticamente nullo.
La funzione di ARPA FVG
ARPA FVG utilizza le sue tecnologie al servizio dell’ambiente, per monitorare l’inquinamento elettromagnetico. Ogni giorno i tecnici controllano i valori delle radiazioni all’esterno grazie all’utilizzo di sonde particolari che misurano i livelli di volt su metro (ovvero la quantità di cariche elettriche presenti in un metro quadrato di superficie).

Il valore che non deve essere mai superato ovvero il limite di esposizione è di 20 v/m mentre il valore di attenzione/ obiettivo di qualità è fissato a 15 v/m (considerando le zone dove le persone passano almeno quattro ore al giorno).
I livelli di campo elettromagnetico presenti sul territorio regionale vengono costantemente monitorati e i dati individuati vengono riportati sul sito ufficiale (Link al bollettino mensile campi elettromagnetici e 5G in FVG) in modo che tutti i cittadini possano consultarli in qualsiasi momento desiderino.
Sono consultabili sia le mappe della regione, sulle quali sono indicati i dati, sia le informazioni generali che indicano le “sorgenti” dei campi elettromagnetici in Friuli Venezia Giulia.
In particolare:
- La sezione riservata agli impianti di telecomunicazione riporterà tutti i dati relativi all’inquinamento elettromagnetico dovuto anche alle antenne per telefonia, radio e TV;
- La sezione dedicata alle linee elettriche, invece, riporterà gli stessi dati ma incentrati sugli impianti di distribuzione e di trasporto dell’energia elettrica.
Sapevi tutte queste cose sui campi elettromagnetici?
Il corretto utilizzo di smartphone, tablet e Wi-Fi
Cosa significa usare correttamente le tecnologie di telefonia?

Per rispondere bisogna tener conto di vari aspetti:
- Conoscere le funzionalità dei nostri dispositivi;
- Utilizzare in modo responsabile in contesti potenzialmente pericolosi, come alla guida o mentre si cammina per strada;
- Approfondire l’impatto dei nostri dispositivi sull’ambiente (sappiamo pochissimo della filiera produttiva da quando vengono estratte le risorse preziose per fabbricarli a quando diventano rifiuti elettronici);
- Conoscere i comportamenti per ridurre al minimo gli effetti dell’inquinamento elettromagnetico.
Concentrandoci sull’inquinamento elettromagnetico, bisogna ricordare due principi:
- Le microonde scaldano i tessuti ricchi d’acqua e non sappiamo quali possano essere gli effetti nel lungo periodo;
- Il campo elettromagnetico “cala con il quadrato della distanza”, sembra difficile ma basta dire che se allontano il mio smartphone di “3 cm” il campo calerà di “9”, se allontano di “5 cm” il campo calerà di “25”.
La distanza fa la differenza!
I cellulari sono stati una vera e propria rivoluzione e sono strumenti che fanno parte della nostra vita ma non dobbiamo dimenticare che il loro uso potrebbe anche provocare danni alla salute umana, sia dal punto di vista fisico, sia psicologico, anche se, ad oggi, non esistono studi che dimostrino una correlazione tra inquinamento elettromagnetico e danni alla salute.
Ad esempio sapevi che la postura che adottiamo nell’usare i nostri dispositivi nel tempo può provocare problemi alla nostra colonna vertebrale e che l’utilizzo del sistema touch prolungato può causare artrosi al pollice anche a persone giovani? E sapevi che i telefoni emettono molte più onde elettromagnetiche quando stanno cercando di connettersi a una linea (es. durante l'inizio di una chiamata) o mentre cercano un'antenna o una rete Wi-Fi e che è quindi sconsigliato mentre si è in movimento (in automobile, in treno o in autobus) tenerli troppo vicini alla testa o ad altre zone dell’organismo particolarmente sensibili al riscaldamento?
Ti piacerebbe saperne di più su questi argomenti?
Il 5G
I nostri dispositivi cellulari sfruttano la rete 5G per comunicare tra loro.
Il Governo la descrive come “la quinta generazione di connessione mobile, che offre potenzialità enormi per lo sviluppo di servizi ai cittadini e alle imprese, rendendo gli attuali sistemi di comunicazione estremamente più efficienti, non solo in termini di velocità delle connessioni, ma più in generale in termini di affidabilità, continuità, sicurezza e qualità dei servizi” (definizione completa sul sito del Governo).

Dopo il 2G, il 3G e il 4G si è arrivati dunque a una nuova evoluzione della rete, che non coinvolge solamente gli smartphone, ma tutti quei dispositivi che necessitano di connessione. Possono essere i nostri computer, le nostre stampanti, fino ad arrivare ai nostri climatizzatori o lavatrici di casa, che possiamo controllare da remoto – tramite le app – proprio perché sono connessi alla rete.
La caratteristica principale del 5G, che la differenzia dalle versioni precedenti, è proprio il fatto che riesce a sostenere più connessioni contemporaneamente, dotandole di una rete ad alta velocità e massima efficienza.
Ultimo aggiornamento 16/12/2024
URL: https://www.arpa.fvg.it/temi/temi/educazione-ambientale/sezioni-principali/ambientarsi-20/innovazione-tecnologica-e-inquinamento-elettromagnetico/