Amianto: Cenni Storici

L'utilizzo dell'Amianto nel tempo

Questo materiale è conosciuto fin dall’antichità, tanto che il suo nome deriva dalla parola greca asbestos che significa perpetuo, inestinguibile.

Il suo utilizzo può essere fatto risalire fin dall’epoca dei Persiani e dei Romani, come testimonia Plinio il Vecchio (I secolo d.C.), che descrive un lino che non brucia, utilizzato per produrre tovaglie e tuniche funebri.

Il suo utilizzo è proseguito nel corso del tempo: nel ‘600 il medico naturalista Boezio lo inserisce nei farmaci dell’epoca, e le sue applicazioni mediche continuano fino ai recenti anni ‘60 in cui era ancora impiegato per due tipi di preparati: una polvere contro la sudorazione dei piedi ed una pasta dentaria per le otturazioni.

Il suo uso industriale è iniziato alla fine dell’800, con una diffusione sempre più massiccia dei manufatti contenenti amianto.

Nel 1893 è cominciata in Austria la produzione del cemento-amianto.

Nel 1903, a seguito di un incendio che causò 83 morti, nella metropolitana di Parigi vennero sostituiti tutti i materiali infiammabili con MCA (Materiali Contenenti Amianto) e lo stesso fu fatto, successivamente, anche nella metropolitana di Londra.

Questi eventi crearono molto scalpore, tanto da indurre una eccessiva confidenza con l’amianto, fino a favorirne una massiccia diffusione in scuole, ospedali, palestre e cinema, oltre che in tutti i settori industriali.

Nel 1912 un ingegnere italiano costruisce per primo una macchina per la produzione di tubi in cemento-amianto.

Nel 1932, vennero usati MCA per la coibentazione del transatlantico Queen Mary.

In Italia, nella seconda metà degli anni ‘50, si coibentarono con l’amianto le carrozze ferroviarie, fino ad allora isolate con sughero.

L’incremento nell’estrazione e nell’impiego, sia in campo produttivo che nell’edilizia, è proseguito fino alla seconda metà degli anni ‘70.

Quanto amianto c'è ancora in circolazione?

Questo materiale è stato messo al bando dalla legge 257/1992, che vieta l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, il commercio e la produzione di amianto o prodotti contenenti amianto in Italia a partire dai 2 anni successivi alla sua entrata in vigore (1994), ma non ne proibisce l'utilizzo.

È pertanto lecito, ancora oggi, usare i prodotti venduti prima di tale termine (anche eventuali Materiali Contenenti Amianto in magazzino), anche se la legge invita a ridurre sempre più l’utilizzo dei MCA.

In realtà nessuno sa con esattezza quanto amianto è presente sul territorio nazionale. Vecchie stime del Cnr relativamente attendibili parlavano di decine di milioni di tonnellate senza contare il cemento amianto smaltito abusivamente. Attualmente l’Osservatorio Nazionale Amianto è la fonte più aggiornata di dati sulla presenza di amianto sul territorio nazionale (https://www.osservatorioamianto.com/).

A livello mondiale, solo 62 Paesi (tra cui tutti quelli appartenenti alla Unione Europea) hanno messo al bando l’amianto. In altri Paesi l’amianto continua ad essere estratto, lavorato ed utilizzato (costruzioni, auto motive, ripari nei paesi più poveri).

I principali produttori di amianto oggi sono:

  1. RUSSIA: 50% della produzione globale,
  2. CINA: 20% della produzione globale,
  3. BRASILE: circa 15% della produzione globale,
  4. KAZAKISTAN: circa 15% della produzione globale.

I 10 Paesi al mondo maggiori utilizzatori di amianto OGGI sono:

  1. Cina
  2. Russia
  3. India
  4. Brasile
  5. Indonesia
  6. Uzbekistan
  7. Vietnam
  8. Sri Lanka
  9. Thailandia
  10. Kazakistan

Lascia pensare il fatto che il Canada, molto prossimo al nostro mondo occidentale, ha prodotto amianto fino a fine 2012 chiudendo le miniere in quell’anno e ha messo al bando l’utilizzo dell’amianto appena nel 2018 (l'Italia nel 1992).

In Italia, per quantificare l’amianto ancora presente su territorio, sono stati emanati diversi provvedimenti normativi (Legge 93/2001, D.M. 101/2003, Piano Nazionale Amianto del 2013) che puntano l’attenzione sull’importanza della mappatura/censimento dei MCA.

In particolare, le competenze sono così suddivise:

  • il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha il compito di realizzare, in collaborazione con le Regioni, la mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale (il cosiddetto Piano Nazionale Amianto);
  • Regioni e Province Autonome trasmettono, a tal fine, al MASE i dati relativi alla presenza di amianto sul loro territorio entro il 30 giugno di ogni anno.

Il MASE verifica i dati trasmessi dalle Regioni e realizza una rappresentazione organica delle conoscenze disponibili, pubblicando le mappe elaborate sul sito istituzionale. Al momento però non si ha un quadro esaustivo delle quantità di amianto effettivamente presenti sul territorio nazionale e neanche regionale.

Per recuperare più informazioni possibili sul tema amianto, si utilizzano anche i dati raccolti ad altro titolo: in particolare i dati desumibili dai Piani di Lavoro degli interventi di bonifica già informatizzati grazie al Ministero della Salute.

Ultimo aggiornamento 30/9/2024

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