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Le acque dolci superficiali

Il Friuli Venezia Giulia presenta un profilo morfologico e idrogeologico estremamente vario, suddiviso in diversi bacini idrografici, e dispone di un grande patrimonio di risorse idriche superficiali e sotterranee, che allo stato attuale mantengono ancora livelli buoni sia dal punto di vista qualitativo sia dal punto di vista quantitativo. A livello globale l’ambiente idrico rientra però tra le componenti ambientali che maggiormente hanno sofferto negli ultimi anni per le pressioni esercitate dalle attività antropiche, costituite dagli scarichi, prevalentemente puntuali, del settore civile e industriale e da quelli diffusi originati dalle attività agricole e zootecniche. Negli ultimi anni sono perciò cresciute le preoccupazioni legate al progressivo deterioramento degli ecosistemi acquatici, accentuate dalla consapevolezza che l’eccessiva pressione esercitata sulle risorse idriche sta mettendo seriamente in pericolo la disponibilità di risorse adeguate per le future generazioni.

L’acqua è una risorsa rinnovabile ma in maniera limitata ed è pertanto un bene da tutelare e da gestire in maniera oculata. In questo senso la direttiva comunitaria sulle acque 2000/60/CE mira a prevenire il degrado delle acque superficiali e sotterranee e a migliorarne lo stato. In particolare gli obiettivi prefissati sono:

  • ottenere uno stato di qualità “buono” per le acque superficiali e sotterranee entro il 2015;
  • promuovere un utilizzo “sostenibile” delle risorse idriche;
  • sostenere la protezione delle acque transfrontaliere;
  • stimolare la progressiva riduzione dell’immissione di inquinanti.

La direttiva individua il bacino idrografico come unità territoriale di riferimento per la protezione delle risorse idriche, stimolando così la collaborazione tra regioni o stati confinanti.

Ultimo aggiornamento 23/2/2022

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