Regione autonoma Friuli Venezia GiuliaRegione autonoma Friuli Venezia Giulia

Inquadramento idrologico della regione

Il territorio del Friuli Venezia Giulia presenta, sotto il profilo morfologico e idrogeologico, forme e comportamenti molto diversi che influenzano sensibilmente la circolazione delle acque superficiali e di quelle sotterranee. Da questo punto di vista, la Regione può essere divisa in tre fasce principali:

  • la zona alpina e prealpina;
  • la medio-alta pianura, determinata per lo più da ampi conoidi fluviali;
  • la bassa pianura, caratterizzata dall’alternanza di sedimenti fluviali, lagunari e marittimi.

Zona alpina e prealpina

Nella zona alpina e prealpina i corsi d’acqua sono alimentati sia dal ruscellamento superficiale sia da vari tipi di sorgenti che interessano in maniera particolare i sottobacini dell’alto Tagliamento.

La composizione chimica delle acque risulta fortemente diversificata a causa delle caratteristiche eterogenee delle rocce che costituiscono i bacini montani.

I rilievi della zona alpina sono costituiti prevalentemente da rocce dolomitiche o calcareo-dolomitiche che determinano la formazione di depositi ai piedi dei versanti e il successivo trasporto a valle di una considerevole quantità di detriti da parte dei corsi d’acqua che scorrono nei fondovalle.

Le formazioni calcaree sono inoltre interessate da fenomeni carsici che danno origine ad una sviluppata rete idrografica sotterranea, al momento non ancora completamente nota. I fenomeni carsici interessano anche la zona prealpina e sono diffusi nelle Prealpi Pordenonesi, dove danno origine alle risorgive del fiume Livenza, e nell’area goriziana-triestina del Carso, caratterizzata dalla mancanza di un reticolo idrografico superficiale e dall’esistenza di una serie di risorgive, alcune delle quali di notevole importanza per l’approvvigionamento idrico della provincia di Trieste.

La parte centrale della zona prealpina compresa tra le Prealpi Carniche e quelle Giulie, è caratterizzata dall’ampio anfiteatro morenico del Tagliamento, che, nonostante una struttura alquanto eterogenea, può comunque essere considerata un complesso impermeabile che ferma il deflusso della falda del Tagliamento e genera varie zone di risorgiva, quali ad esempio quelle di Bars e di Molin del Cucco. A nord della morena compaiono infatti diverse sorgenti con portate significative, in parte utilizzate a scopi irrigui, che danno origine a numerosi corsi d’acqua periodici dei quali solo il Corno e il Cormor raggiungono l’area delle risorgive mentre gli altri disperdono le loro acque nei terreni alluvionali permeabili dell’alta pianura orientale.

La media pianura

La zona di media pianura è composta da un enorme deposito alluvionale costituito prevalentemente da ghiaie molto permeabili, derivato dalla rapida erosione dei bacini montani a seguito del sollevamento della catena montuosa.

La zona settentrionale è caratterizzata da una serie di ampi conoidi fluviali, tra cui quelli dei Torrenti Cellina e Meduna, del Tagliamento, del Torre, del Natisone e dell’Isonzo, che si stendono ai piedi della fascia prealpina. In quest’area è stata sviluppata nel passato una rete di canali artificiali con lo scopo di regolare il flusso dei corsi d’acqua, a difesa quindi dagli effetti dei fenomeni di piena improvvisa, e di portare acqua a zone in cui la disponibilità è ridotta.

Il materasso ghiaioso della media pianura, che raggiunge anche spessori dell’ordine dei 700 m nella zona sud-occidentale, è fortemente permeabile e causa l’assorbimento di gran parte dei corsi d’acqua che vi scorrono. Il deposito alluvionale è sede di una falda freatica di composizione chimica e profondità dal piano campagna estremamente variabili a causa della eterogeneità dei terreni e dei cospicui prelievi per scopi civili e irrigui.

La bassa pianura

Le acque della falda freatica risalgono in superficie nella zona denominata “fascia delle risorgive” dove l’incontro del deposito ghiaioso con i terreni di tipo sabbioso e argilloso sensibilmente meno permeabili della bassa pianura causa l’affioramento di notevoli quantità d’acqua (dell’ordine del m3/s per km) che alimentano una serie di rii e canali che confluiscono in collettori di dimensioni più consistenti.

Tutta l’area interessata dai fenomeni di risorgiva presenta caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche di grande pregio, dovute essenzialmente all’abbondanza ed all’elevata qualità delle acque correnti ed alla rigogliosa vegetazione.

La fascia delle risorgive può essere suddivisa in due sistemi distinti. Il primo occupa la zona ad ovest del Tagliamento, viene alimentato soprattutto dalle acque del Meduna e del Cellina ed è caratterizzato da una serie di sorgenti piccole e disseminate sul territorio che, nelle zone a maggiore concentrazione, danno origine ad alcuni piccoli laghi quali ad esempio quelli di Burrida e di Guarnieri.

Le risorgive poste in sinistra Tagliamento viceversa sono rifornite prevalentemente dalle infiltrazioni dello stesso Tagliamento, dell’Isonzo e di altri corsi nel materasso alluvionale ghiaioso della pianura oltre che da acque provenienti dall’anfiteatro morenico del Tagliamento. Le acque delle sorgenti vengono raccolte principalmente dai fiumi Stella e Torsa e più a valle vengono drenate da numerosi canali di bonifica.

L’area posta a sud della fascia delle risorgive, che costituisce la bassa pianura friulana, è una zona pressoché pianeggiante e uniforme, nettamente distinta anche per la sua topografia dalla media pianura, molto ricca di acque e sottoposta nel passato ad ingenti interventi di bonifica che hanno alterato significativamente l’assetto morfologico e idrologico naturale e che rendono praticamente impossibile determinare i bilanci idrici naturali o la provenienza stessa delle acque, che risultano dal mescolamento di acque all’origine profondamente diverse.

Il territorio regionale è interessato da diversi sistemi idrografici: il più importante sia in termini di estensione sia in termini di utilizzo delle acque è indubbiamente il bacino del fiume Tagliamento che attraversa la regione in senso longitudinale dividendola di fatto in due zone distinte.

Gli altri due sistemi idrografici di una certa rilevanza sono il bacino del fiume Isonzo e quello del fiume Livenza, che interessano il territorio regionale solamente per una parte del loro sviluppo.

Altri bacini minori degni di nota

  • i bacini del Cellina e del Meduna (affluenti del fiume Livenza), adiacenti e molto simili, che drenano due vaste aree alpine e prealpine localizzate nella zona nord-occidentale della regione;
  • il bacino del Corno-Stella, composto dai due tronchi distinti del torrente Corno, che è caratterizzato da un regime prettamente torrentizio, e dal fiume Stella che ha le caratteristiche specifiche di un fiume di risorgenza, alimentato da numerosissime rogge e dotato di una discreta portata d’acqua perenne;
  • il bacino del torrente Torre e quello del fiume Natisone che scorrono in terreni parzialmente carsici e parzialmente arenarei e che rientrano nominalmente tra i tributari del fiume Isonzo anche se, per quanto riguarda il torrente Torre, in assenza di fenomeni di piena le acque vanno ad alimentare la falda del Friuli orientale e nordorientale e non arrivano a congiungersi con quelle dell’Isonzo;
  • il bacino del fiume Timavo, totalmente sotterraneo se si trascura la ridotta area occupata dalle risorgive, che interessa solo un piccolo lembo dell’area sud-orientale della Regione;
  • il bacino della Drava, localizzato nell’area Tarvisiana nell’angolo nord-orientale della Regione, che rientra tra i bacini tributari del Danubio e dove sono raccolti alcuni dei maggiori laghi naturali della Regione (Raibl e Fusine).

Ultimo aggiornamento 23/2/2022

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