Il clima del FVG

Per iniziare a conoscere il clima del FVG

La straordinaria ricchezza e diversità del Friuli Venezia Giulia si rispecchia anche nel clima. Questo territorio, incastonato fra il sistema alpino (con le Alpi Carniche e Giulie) e il mare Adriatico, presenta condizioni climatiche che danno luogo a una varietà sorprendente di situazioni locali. Nella regione si trovano, in un breve raggio, condizioni mediterranee, continentali, di transizione e alpine: quasi una sintesi naturale di un manuale di climatologia.

Il documento “Il clima del Friuli Venezia Giulia”, aggiornato nel 2023, fornisce alcune nozioni di base sul clima della regione indagando le principali grandezze meteo-climatiche: precipitazioni (pioggia, neve e grandine), temperatura, radiazione solare e stato del cielo, vento. In questa pagina ne riportiamo una sintesi.

Tutte le analisi sono state eseguite per il trentennio più recente, 1991-2020, che viene attualmente utilizzato come periodo di riferimento per il calcolo delle medie climatologiche e per le analisi finalizzate a servizi operativi e processi decisionali per l’immediato futuro nei settori sensibili al clima, come indicato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO).

La temperatura

Temperature medie annue (dati rete meteorologica regionale 1991-2020). Il valore in rosso corrisponde alla stazione in quota di Monte Zoncolan; i valori in nero si riferiscono a stazioni di valle/pianura/costa.

La temperatura media annua varia nelle diverse zone della regione:

  • i valori massimi (attorno ai 15 °C) si registrano lungo la fascia costiera, grazie all’azione mitigatrice del mare;
  • in pianura, le temperature medie annue risultano abbastanza omogenee su tutto il territorio, con valori medi annui tra i 12 °C e 13 °C, ma anche una grande escursione termica nel corso dell’anno;
  • per il territorio collinare e montuoso è necessario considerare altitudine, esposizione e orientamento del versante, conformazione e caratteristiche orografiche delle valli, appartenenza ai diversi sistemi idrografici e a singoli bacini fluviali.

Considerando le temperature medie mensili, l’andamento annuale delle temperature registra in generale i valori massimi nei mesi di luglio e agosto e i valori minimi tra dicembre e febbraio, con una differenza media di circa 11-12 °C tra i valori delle località più calde e quelli dei siti più freddi

La pioggia

Precipitazioni medie annue (dati rete meteorologica regionale 1991-2020). I valori in grassetto indicano i cumulati totali di stazioni della rete meteorologica regionale; le linee tratteggiate rappresentano le isoiete per diversi valori di precipitazioni cumulate

Il Friuli Venezia Giulia si caratterizza nel complesso per la sua alta piovosità annuale, per la frequenza e l’intensità delle piogge, per i temporali e la grandine.

Considerando la pioggia media annuale si evidenziano 4 zone con regimi pluviometrici distinti:

  • fascia costiera: è la zona meno piovosa della regione; i totali annui raggiungono mediamente i 900-1.000 mm, con un andamento crescente dalla costa verso l’interno;
  • fascia di pianura e colline: avvicinandosi alle montagne la piovosità aumenta; i valori medi annui variano da 1.100 a 1.800 mm;
  • fascia prealpina: le precipitazioni medie annue si aggirano tra i 2.400 ai 3.400 mm (da primato europeo);
  • fascia alpina interna: a nord delle Prealpi Carniche e Giulie la piovosità media annua torna a decrescere fino a valori di 1.400 – 1.600 mm, simili a quelli della alta pianura.

Per quanto riguarda la distribuzione delle piogge nell’arco dell’anno, in tutta la regione il mese mediamente meno piovoso è febbraio, con valori che variano dai 60-90 mm di pioggia sulla costa e in pianura, ai 120-140 mm nella zona prealpina. Durante la primavera le piogge aumentano man mano fino a raggiungere a maggio un primo picco (80 mm sulla costa e 280 mm sulle Prealpi Giulie). A luglio le piogge diminuiscono per poi risalire nuovamente a partire dalla terza decade di agosto. La stagione autunnale è decisamente la più piovosa e i dati medi mensili di precipitazione a novembre variano dai 100 mm della costa ai 450 mm di Musi.

I temporali

Fulmini durante un temporale a Grado, luglio 2023 (foto di Alessandro Gimona)

La morfologia e la posizione del Friuli Venezia Giulia fanno sì che si creino condizioni più frequenti e marcate di instabilità atmosferica, favorevoli allo sviluppo di temporali (spesso anche forti): spicca come la regione abbia un numero medio annuo di fulmini caduti che supera la media delle altre zone del Nord Italia. Inoltre appare evidente come il nord-est italiano sia in media più interessato da fenomeni temporaleschi rispetto a tutte le altre zone considerate e come la maggiore concentrazione si registri sulla fascia prealpina.

In generale, la distribuzione massima degli eventi temporaleschi si osserva tra la metà di maggio e la fine di settembre, ma la distribuzione nei mesi e negli orari della giornata di questi fenomeni è diversificata in base al tipo di zona.

La grandine

Chicco di grandine oblato fotografato il 24 luglio 2023 da Marilena Tonin ad Azzano Decimo, con una misurazione indicativa delle due lunghezze maggiori (tratta dalla pagina Facebook dello European Severe Storms Laboratory).

La grandine è un tipo di precipitazione solida, costituita da chicchi di ghiaccio. In base ai dati raccolti grazie a 360 collaboratori volontari e tramite appositi pannelli per la rilevazione, è possibile affermare che la grandine non interessa in maniera uniforme tutta la regione: le aree che, risultano più colpite da questo fenomeno sono l’area della pedemontana pordenonese, il Collio e la zona delle Valli del Natisone.

Il numero massimo di pannelli colpiti dalla grandine si osserva tra metà giugno e metà luglio. La distribuzione oraria degli eventi non è omogenea nell’arco della giornata, ma si nota facilmente come le ore maggiormente interessate dalle grandinate siano quelle pomeridiane e serali, con un picco alle 17 CEST (Central European Summer Time - Orario Estivo dell'Europa Centrale).

Anche se l’evento non ricade nel trentennio di riferimento 1991-2020, vale la pena di citare che il 24 luglio 2023 ad Azzano Decimo è stato fotografato un chicco di grandine oblato con il diametro maggiore pari a circa 20 cm e un peso stimato pari a 700-800 g: questo, secondo l’European Severe Weather Database, risulta essere il chicco più grande mai registrato il Europa. Tale diametro esce dal range della normalità dei chicchi di grandine per la regione Friuli Venezia Giulia.

La neve

Le nevicate più intense della zona montana si verificano solitamente sulle Alpi Giulie e sulle Prealpi Carniche:

  • sulle Alpi Giulie possono cadere fino a 120 cm di neve in 24 ore a 1800 m s.l.m.;
  • sulle Prealpi Carniche possono cadere fino a 100 cm in 24 ore.

La Tabella riporta i dati medi per il trentennio 1991-2020 dei giorni nevosi, dei giorni con copertura di neve al suolo e con copertura di neve maggiore o uguale a 30 cm rilevati in ogni stazione per ogni stagione A.I.NE.VA. di rilevamento.

Dati medi per singola stazione. I giorni nevosi enumerano il numero medio di giorni in cui è stata rilevata neve fresca. I giorni con copertura neve enumerano il numero medio di giorni in cui c’è accumulo di neve al suolo. i giorni con copertura di neve ≥30 cm enumerano il numero medio di giorni in cui l’accumulo di neve al suolo è stato ≥30 cm.
STAZIONE GIORNI
NEVOSI
GIORNI
CON COPERTURA NEVE
GIORNI
CON COPERTURA NEVE ≥30 cm
Forni di Sopra 19 84 35
Rifugio Gilberti 40 149 140
Piancavallo 25 115 72
Fusine 24 102 24
M.te Zoncolan 25 132 103

La radiazione solare e lo stato del cielo

Monte Zoncolan, dicembre 2008 (foto di Alberto Villani)

La radiazione solare è molto eterogenea, va da un minimo comune a tutta la regione di meno di 5.000 kJ/m2 medi giornalieri del mese di dicembre (con circa 150 minuti di insolazione) a un massimo di quasi 25.000 kJ/m2 del mese di luglio in pianura (con oltre 10 ore, di media giornaliera, di tempo soleggiato).

In generale, per tutta la regione si nota come in giugno, quando si dovrebbe avere il massimo di radiazione durante il solstizio d’estate, in realtà ci sia un valore di radiazione globale inferiore rispetto a luglio e ad agosto: ciò è dovuto al fatto che, generalmente, giugno è un mese caratterizzato da maggiori piogge e annuvolamenti rispetto agli altri due mesi estivi. Per quanto riguarda le varie zone della regione, è ben evidente la maggior insolazione della pianura e della costa rispetto alle zone a fondovalle, alpine e pedemontane.

Nel corso dell’anno, i giorni con stato del cielo sereno o poco nuvoloso vanno da circa un terzo a circa il 70%, a seconda delle zone; mediamente prevalgono – seppure di poco – i giorni in cui il cielo è da variabile a coperto. Passando dalla fascia costiera verso l’interno la nuvolosità aumenta progressivamente, specie nei mesi primaverili ed estivi, mentre nei mesi invernali accade spesso il contrario.

Il vento

Distribuzione delle raffiche massime giornaliere (dati rete meteorologica regionale, 2001-2020) per Trieste

La regione è nel complesso abbastanza riparata dai venti, soprattutto per quanto concerne quelli freddi provenienti da nord, mentre è soggetta sulla fascia orientale, specialmente sul Carso e sulla città di Trieste, al ben noto vento proveniente da est-nordest, la Bora. Questo vento secco e freddo, di origine continentale, si presenta soprattutto nel periodo invernale, ma non è raro nelle altre stagioni e può raggiungere, con le raffiche, velocità elevatissime. Episodi di Bora con intensità del vento medio orario superiore a 36 km/h per oltre 5 ore consecutive non sono per niente rari; le raffiche superano largamente i 110 km/h e sono stati registrati valori superiori ai 150 km/h negli ultimi 30 anni nella zona costiera di Trieste. Tra questi, si può ricordare la raffica massima di 168 km/h dell’11 febbraio 2012.

Le brezze sono presenti su gran parte del territorio regionale e si alternano ai venti nord-orientali, portatori di buon tempo, e a quelli meridionali, che favoriscono le piogge.

Gli indici bioclimatici

Il clima del Friuli Venezia Giulia può essere descritto, oltre che dall’analisi diretta delle serie storiche delle diverse grandezze meteorologiche, anche attraverso l’uso di opportuni indici che mettono in relazione uno o più elementi climatici con gli esseri viventi.

La bioclimatologia, infatti, è una scienza ecologica che studia le relazioni tra il clima e la distribuzione delle specie viventi, e delle loro comunità, sulla superfice terrestre.

Gli indici bioclimatici presentati in questo studio sono i seguenti:

  1. worldwide bioclimatic classification system;
  2. indice di Amann;
  3. classificazione di Köppen;
  4. indice di Pavari;
  5. indice di Pavari-Lang;
  6. indice di De Martonne;
  7. bilancio idroclimatico.

Questi indici pongono particolare attenzione alla relazione tra clima e mondo vegetale, mettendo in luce risorse e limiti che il clima pone alla vita della flora spontanea e/o delle colture agrarie.

fitoclimi del friuli venezia giulia secondo la cla...
Fitoclimi del Friuli Venezia Giulia secondo la classificazione di Pavari

Ultimo aggiornamento 9/8/2023

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