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L'amianto: caratteristiche e cenni storici

L'amianto è un materiale che può rilasciare fibre inalabili. L'esposizione a queste fibre è associata allo sviluppo di gravi patilogie a carico dell'apparato respiratorio, come l'asbestosi, il carcinoma polmonare e il mesitelioma della pleura.

Tuttavia in passato, a causa delle sue peculiari caratteristiche, è stato ampiamente utilizzato in molti settori. Le grandi quantità di questo materiale prodotte nel secolo scorso costituiscono un rischio potenziale per la salute che deve essere gestito, nel rispetto della normatva vigente.

L'amianto: un materiale versatile ma cancerogeno

Con il termine amianto o asbesto si indica un minerale naturale a struttura microcristallina e di aspetto fibroso, appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del crisotilo e degli anfiboli. Le fibre di amianto sono molto addensate ed estremamente sottili.

La sua struttura fibrosa gli conferisce una notevole resistenza meccanica e un’alta flessibilità; è facilmente filabile e può essere tessuto.

L’amianto, essendo fondamentalmente un inerte, resiste al fuoco, al calore, all’azione di agenti chimici e biologici, all’abrasione e all’usura (termica e meccanica), è dotato di proprietà fonoassorbenti e termoisolanti e si lega facilmente con materiali da costruzione (calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (gomma, PVC).

Le caratteristiche proprie dell’asbesto e il suo costo contenuto ne hanno favorito un ampio utilizzo industriale, nel quale viene impiegato generalmente “legato” ad altri materiali, con percentuali diverse, al fine di sfruttare almeglio le sue peculiarità.

Nei manufatti contenenti amianto (MCA), le fibre possono essere fortemente legate in una matrice stabile e solida come nel cemento-amianto o nel vinil-amianto (amianto in matrice compatta) ovvero libere o debolmente legate (amianto in matrice friabile).

Il rovescio della medaglia di questo “supermateriale”, con ricadure anche economiche, è che è stato riconosciuto dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come sostanza cangerogena certa, con effetti stocastici senza soglia e senza un chiaro effetto di dose, e pertanto difficilmente attribuibili all’esposizione, anche a causa dei lunghissimi tempi di latenza.

In particolare, in quanto a pericolosità, è l'amianto in matrice friabile quello più pericoloso a causa della sua maggiore tendenza a rilasciare fibre rispetto all’amianto in matrice compatta.

E’ infatti da tenere presente che non sempre l'amianto è pericoloso: lo è quando é nelle condizioni di disperdere fibre respirabili nell'ambiente circostante per effetto di qualsiasi tipo di sollecitazione meccanica, eolica, da stress termico, dilavamento di acqua piovana. Data poi la sua elevata biopersistenza, non è facilmente eliminabile dall’organismo.

In base alla normativa vigente (DM 06/09/1994) vengono definiti:

  • friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione dei un dito
  • compatti: materiali che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’uso di mezzi meccanici

Un fibra è definita “respirabile” se soddisfa i seguenti vincoli dimensionali:

  • lunghezza ≥ 5 µm
  • diametro ≤ 3 µm
  • rapporto lunghezza/diametro ≥ 3

Tipi di amianto

La normativa Italiana considera 6 tipi di amianto (quelli maggiormente utilizzati), suddivisi nelle 2 classi mineralogiche :

  • Classe del serpentino (silicati di magnesio): crisotilo (amianto bianco);
  • Classe degli anfiboli (silicati di calcio e magnesio):
    • tremolite (dal nome della Val Tremola in Svizzera)
    • actinolite (dal greco “pietra raggiata”)
    • antofillite (dal greco “garofano”)
    • amosite  (amianto bruno- in nome amosite è l’acronimo di Asbestos Mines Of South Africa)
    • crocidolite (amianto blu, il nome deriva dal greco “fiocco blu”)

Le fibre di amianto sono molto addensate ed estremamente sottili: nello spazio in cui si allineano 250 capelli si possono allineare 335.000 fibrille di amianto.

Aspetto e morfologia dei diversi tipi di amianto

Classe del serpentino: aspetto flessuoso, simile a quello dei capelli

Classe degli anfiboli: aspetto rigido, tipo bacchette, aghi, bastoncini, spade

La produzione di amianto

L’amianto si ottiene a seguito di attività estrattiva. Nelle Alpi Occidentali italiane sono presenti cave di tre tipologie di amianto: crisotilo, tremolite e actinolite. In Friuli Venezia Giulia non vi sono giacimenti di amianto, per cui non vi è amianto di origine naturale, ma esclusivamente di origine antropica per via del largo uso che ne è stato fatto.

I più grandi produttori mondiali di amianto sono stati:

  • Canada (Crocidolite),
  • Africa del Sud (Crocidolite, Crisotilo ed Amosite),
  • Russia (Crisotilo),
  • Stati Uniti (Crisotilo),
  • Finlandia (Antofillite),
  • Italia principalmente con la cava di Balangero (Crisotilo), in provincia di Torino.

L’Italia è stata uno dei maggiori produttori ed utilizzatori di amianto fino alla fine degli anni ottanta.

L’amianto è stato utilizzato per produrre materiali di diversissima natura: dall’Eternit, impiegato per lo più sui tetti e nelle condutture di acqua potabile, dove l’amianto è inglobato in una matrice di cemento relativamente stabile (amianto in matrice compatta), a composti friabili in matrice di gesso o altro materiale instabile e quindi molto più pericoloso (amianto in matrice friabile), in genere utilizzato nelle coibentazioni e per le insonorizzazioni.

Cenni storici sull'utilizzo di amianto

Questo materiale è conosciuto fin dall’antichità, tanto che il suo nome deriva dalla parola greca asbestos che significa perpetuo, inestinguibile.

Il suo utilizzo può essere fatto risalire fin dall’epoca dei Persiani e dei Romani, come testimonia Plinio il Vecchio (I secolo d.C.), che descrive un lino che non brucia, utilizzato per produrre tovaglie e tuniche funebri.

Il suo utilizzo è proseguito nel corso del tempo: nel ‘600 il medico naturalista Boezio lo inserisce nei farmaci dell’epoca, e le sue applicazioni mediche continuano fino ai recenti anni ‘60 in cui era ancora impiegato per due tipi di preparati: una polvere contro la sudorazione dei piedi ed una pasta dentaria per le otturazioni.

Il suo uso industriale è iniziato alla fine dell’800, con una diffusione sempre più massiccia dei manufatti contenenti amianto.

Nel 1893 è cominciata in Austria la produzione del cemento-amianto.

Nel 1903, a seguito di un incendio che causò 83 morti, nella metropolitana di Parigi vennero sostituiti tutti i materiali infiammabili con MCA (Materiali Contenenti Amianto) e lo stesso fu fatto, successivamente, anche nella metropolitana di Londra.

Questi eventi crearono molto scalpore, tanto da indurre una eccessiva confidenza con l’amianto, fino a favorirne una massiccia diffusione in scuole, ospedali, palestre e cinema, oltre che in tutti i settori industriali.

Nel 1912 un ingegnere italiano costruisce per primo una macchina per la produzione di tubi in cemento-amianto.

Nel 1932, vennero usati MCA per la coibentazione del transatlantico Queen Mary.

In Italia, nella seconda metà degli anni ‘50, si coibentarono con l’amianto le carrozze ferroviarie, fino ad allora isolate con sughero.

L’incremento nell’estrazione e nell’impiego, sia in campo produttivo che nell’edilizia, è proseguito fino alla seconda metà degli anni ‘70.

Quanto amianto c'è ancora in circolazione?

Questo materiale è stato messo al bando dalla legge 257/1992, che vieta l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzzione e la produzione di amianto o prodotti contenenti amianto in Italia a partire dai 2 anni successivi alla sua entrata in vigore (1994), ma non ne probisce l'utilizzo.

E’ pertanto lecito, ancora oggi, usare i prodotti venduti prima di tale termine (anche eventuali Materiali Conteneti Amianto in magazzino), anche se la legge invita a ridurre sempre più l’utilizzo dei MCA.

In realtà nessuno sa quanto amianto è presente sul territorio nazionale. Vecchie stime del Cnr relativamente attendibili parlavano di decine di milioni di tonnellate senza contare il cemento amianto smaltito abusivamente.

A livello mondiale, solo 62 Paesi (tra cui tutti quelli appartenenti alla Unione Europea) hanno messo al bando l’amianto: in altri Paesi l’amianto continua ad essere estratto, lavorato ed utilizzato (costruzioni, auto motive, ripari nei paesi più poveri).

I principali produttori di amianto oggi sono:

  • RUSSIA: 50% della produzione globale,
  • CINA: 20% della produzione globale,
  • BRASILE: circa 15% della produzione globale,
  • KAZAKISTAN: circa 15% della produzione globale.

I 10 Paesi al mondo maggiori utilizzatori di amianto OGGI sono:

  • Cina
  • Russia
  • India
  • Brasile
  • Indonesia
  • Uzbekistan
  • Vietnam
  • Srilanka
  • Thailandia
  • Kazakistan

Lascia pensare il fatto che il Canada, molto prossimo al nostro mondo occidentale, ha prodotto amianto fino a fine 2012 chiudendo le miniere in quell’anno e ha messo al bando l’utlizzo dell’amainto appena nel 2018 (l'Italia nel 1992).

In Italia, per quantificare l’amianto ancora presente su territorio, sono stati emanati diversi provvedimenti normativi (Legge 93/2001, D.M. 101/2003, Piano Nazionale Amianto del 2013) che puntano l’attenzione sull’importanza della mappatura/censimento dei MCA.

In particolare, le competenze sono così suddivise:

  • il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare (MATTM) ha il compito di realizzare, in collaborazione con le Regioni, la mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale (il cosiddetto Piano Nazionale Amianto);
  • Regioni e Province Autonome trasmettono, a tal fine, al MATTM i dati relativi alla presenza di amianto sul loro territorio entro il 30 giugno di ogni anno.

Il MATTM verifica i dati trasmessi dalle Regioni e realizza una rappresentazione organica delle conoscenze disponibili, pubblicando le mappe elaborate sul sito istituzionale. Al momento però non si ha un quadro esaustivo delle quantità di amianto effettivamente presenti sul territorio nazionale e neanche regionale.

Per recuperare più informazioni possibili sul tema amianto, si utilizzano anche i dati raccolti ad altro titolo: in particolare i dati desumibili dai Piani di Lavoro degli interventi di bonifica già informatizzati grazie al Ministero della Salute.

La Regione Friuli Venezia Giulia ha adottato il nuovo Piano Regionale Amianto nel 2018. In FVG lo strumento informatico già in uso alle Aziende Sanitarie per i piani di lavoro (MELAm: Medicina del Lavoro Amianto) è stato implementato per raccogliere in un unico strumento informatico/informativo sia i dati dei Piani di Lavoro che quelli di mappatura: nasce così l’Archivio Regionale Amianto (ARAM).

I diversi Soggetti Istituzionali (Arpa FVG, AAS, Comuni), in base a competenze specifiche fissate con normativa regionale (LR 34/2017) sono chiamati all’inserimento/aggiornamento dati.

La mappatura consiste in:

  • censimento e georeferenziazione degli edifici ospitanti il/i manufatti contenenti amianto;
  • descrizione del/dei manufatti contenenti amianto ivi contenuti sulla base degli indici individuati da INAIL, la cui valorizzazione numerica, tramite un opportuno algoritmo, consente di stabilire un punteggio e la classe di priorità per un intervento di bonifica associato ad ogni singolo MCA caricato sul portale.

Per avere un quadro più completo sulla presenza di amianto compatto in Friuli Venezia Giulia, nel 2018 la Regione ha avviato anche una mappatura delle coperture in cemento-amianto tramite l’ausilio di droni e analisi multi spettrale delle immagini raccolte. A fine 2019 è stata ultimata la mappatura iniziata in corrispondenza di 24 Comuni (copertura del 55% della popolazione). I dati così raccolti saranno inseriti nell’ARAM e i Comuni potranno, tramite le AAS, effettuare i controlli per verificare lo stato di pericolosità delle coperture e definire come procedere caso per caso.

Tutti i dati (censimenti, telerilevamento….) confluiranno nell'Aram che è uno strumento che coniuga diverse funzioni:

  • strumento di raccolta dati sui MCA per la loro comunicazione al Ministero dell’Ambiente
  • strumento di pianificazione per la Regione per l’erogazione di contributi per lo smaltimento di MCA
  • strumento di pianificazione strategica per ampliamenti dell’attuale unica discarica dedicata ai RCA di Porcia ovvero individuazione di siti su territorio regionale per altre discariche (in funzione dei quantitativi di MCA da conferire sulla base dei dati censiti)
  • strumento di pianificazione per il monitoraggio outdoor rientrante nelle attività di Arpa FVG
  • strumento di controllo del territorio e tracciamento dei rifiuti

Si rimanda al sito web della Regione Friuli Venezia Giulia per maggiori dettagli.

Ultimo aggiornamento 30/3/2022

URL: https://www.arpa.fvg.it/temi/temi/analisi-ambientali-laboratorio/le-attivita-legate-allamianto/lamianto-caratteristiche-e-cenni-storici/