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Prima decade di dicembre 2020: piogge intense e copiose nevicate

Con ieri, 10 dicembre 2020, si è chiusa una prima decade del mese meteorologicamente tormentata in Friuli Venezia Giulia. Si contano infatti tre episodi di rilievo, tra la neve in pianura e il gelicidio sul Carso del 2 dicembre, passando per le piogge molto intense dello scorso fine settimana su Carnia e Prealpi Carniche, per finire con la copiosa nevicata dell’Immacolata e la relativa appendice di piogge molto intense e allagamenti su bassa pianura e costa.

Osservando le precipitazioni cumulate nella sola settimana dal 4 al 10 dicembre, oltre al valore assoluto di 888 mm a Barcis (slide 1), spicca il confronto con la media dell’intero mese di dicembre. Se confrontiamo i cumulati di pioggia della settimana in questione con la pioggia cumulata normale di tutto il mese di dicembre, troviamo che su gran parte di pianura e costa è piovuto il doppio e che in Carnia e sulle Prealpi Carniche è piovuto addirittura 5 volte quanto normalmente piove nell’intero mese di dicembre.

Tutto ciò è stato determinato da una situazione atmosferica che ha visto l’approfondimento di una depressione a tutte le quote verso il Mediterraneo occidentale (slide 2) che ha attivato, in risposta, un intenso flusso meridionale verso le Alpi orientali, con forti raffiche in quota (slide 3), Scirocco sostenuto sulla costa e mareggiate. Tale configurazione è rimasta bloccata per 3 giorni, da venerdì 4 a domenica 6, col passaggio di alcuni fronti attivi; tra lunedì 7 e martedì 8, invece, la depressione si è posizionata a latitudini più meridionali attivando un flusso orientale al suolo, sempre con aria molto umida in quota ma con temperature più basse.

Lo Scirocco, che sabato 5 ha sferzato con raffiche fino a 161 km/h il monte Rest, ha portato aria molto mite e umida che ha relegato nell'occasione la neve a quote medio-alte e solo temporaneamente, a inizio e fine evento, al di sotto dei 1000 m sulla fascia alpina. Neve che invece è giunta copiosa tra il 7 e l’8 dicembre, raggiungendo i 250 m s.l.m. delle pedemontane, quindi addirittura 1200-1300 m al di sotto dell’altezza dello zero termico di quei giorni. Questo fenomeno (slide 4) si verifica quando l’intensità della nevicata è tale da riuscire a raffreddare la colonna d’aria sottostante, anche ben al di sotto della quota dello zero termico. Ciò accade particolarmente nelle valli montane, che trattengono l’aria fredda al loro interno favorendo il prolungarsi della nevicata.

Al termine della nevicata si è accumulato più di un metro di neve fresca in località come Forni di Sopra e Sappada, e più di 70 cm a Tarvisio, per non dire degli oltre 4 metri del rifugio Gilberti (slide 5) sul comprensorio del monte Canin. C’è da dire che la neve realmente rimasta al suolo conta diversi centimetri in meno a causa del consueto assestamento del manto nevoso, che comunque risulta rilevante per questo mese: non era così abbondante dal dicembre 2011.

  

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