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Aprile inizia con due-tre giorni sotto zero

Nelle prime ore del mattino dei giorni 1 e 2 aprile 2020 si sono registrate temperature inferiori a 0 °C in gran parte della pianura del Friuli Venezia Giulia, come probabilmente accadrà in alcune località anche il 3 aprile.

Rispetto alla climatologia, si tratta di un evento raro?

Le gelate ad aprile sono abbastanza inusuali sebbene negli ultimi 30 anni possiamo enumerare più di qualche caso.

Ricordiamo come eventi più tardivi per la stagione le gelate del 17 aprile 1997 e del 21 aprile 2017, mentre nella prima decade del mese ricordiamo i casi del 9 aprile 2012 e del 8 aprile 2003.

Davvero poco comuni sono invece ad aprile successioni di due o tre giorni sotto zero come è capitato quest’anno. Infatti la temperatura di ieri mattina (1 aprile) in una buona parte della pianura è scesa sotto zero e cosi pure quelle di stamane (vedi mappe delle temperature minime del 1 e 2 aprile). Probabilmente anche domani, venerdì 3 aprile, di primo mattino in diverse zone della pianura regionale il termometro scenderà nuovamente sotto zero.

In questi ultimi trent’anni solo in un caso, il 7 e 8 aprile 2003, vi sono state due giornate consecutive in cui ad aprile la temperatura ha raggiunto in pianura valori negativi.

 

Qual è la spiegazione meteorologica di questo evento?

Questo evento del 1-2 aprile 2020, così inusuale, è stato determinato dalla discesa di una saccatura depressionaria, con aria molto fredda, dall’ Europa nord-orientale e il conseguente afflusso in regione, negli strati più bassi dell’atmosfera, di Bora fredda e secca. Quando il flusso è terminato, l’aria fredda non è stata sostituita rapidamente da masse d’aria più miti. Questa dinamica meteorologica è più tipica di un periodo pienamente invernale e in questa stagione non si era ancora verificata. Nel momento in cui il vento si è attenuato l’aria secca ha favorito l’abbassamento delle temperature, causato dalla perdita di calore per irraggiamento del terreno che è particolarmente accentuata nelle notti con cielo sereno (come abbiamo spiegato di recente in una breve nota sulle “gelate radiative”).

 

La dinamica della gelata e gli effetti sulle colture

È sempre importante sottolineare che durante le gelate radiative, come quelle di questi giorni, le temperature minime dell’aria sono più basse vicino al suolo.

Il grafico “Andamento della temperatura a 180 cm e a 50 cm” mostra chiaramente come nelle due notti appena passate a Udine le temperature misurate a 50 cm di altezza risultano di 1/1,5 °C più basse di quelle misurate a 180 cm .

In agricoltura questo significa che i danni ai fiori e ai germogli, a parità di grado di sviluppo, saranno tanto più intensi quanto gli organi vegetali colpiti si trovano più vicino a terra. A questo proposito possiamo ricordare che alcune forme tradizionali di allevamento dei fruttiferi, con cui si cerca di portare i fiori e i germogli molto in alto, hanno anche lo scopo di limitare i danni dai ritorni di freddo.

  

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