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19 DICEMBRE 2019

Fuochi Epifanici, tra tradizione e tutela dell'ambiente

Fuochi Epifanici, tra tradizione e tutela dell'ambiente

 I Fuochi Epifanici sono una tradizione molto radicata in tutto il Friuli Venezia Giulia e dalla forte valenza simbolica e di aggregazione sociale. Tuttavia possono risultare particolarmente impattanti sulla qualità dell'aria in condizioni di ristagno atmosferico, soprattutto a causa delle emissioni di materiale particolato e di composti organici volatili, tra i quali il benzo[a]pirene.

Ciò avviene anche perché spesso le biomasse non sono correttamente essiccate e la combustione è effettuata all'aperto, dove non sono efficaci molti dei processi che, nelle stufe, ottimizzano il processo di ossidazione.

Proprio per queste ragioni è importante adottare alcuni accorgimenti che consentano di rispettare la tradizione minimizzando gli effetti sulla salute e in generale sull’ambiente.

In linea generale, per ridurre l’impatto dei Fuochi Epifanici, si ritiene opportuno:

1. “Aggregare”, ove possibile, i falò che afferiscono ad una medesima area. E’ sempre preferibile un falò di grandi dimensioni poiché raggiungendo temperature più elevate si ottiene una migliore combustione e si favorisce la dispersione degli inquinanti.

2. Spegnere i falò epifanici alla fine delle manifestazioni. I fuochi all'aperto, infatti, possono continuare ad ardere molto a lungo con una temperatura della fiamma particolarmente bassa. Ciò prolunga l’emissione di sostanze inquinanti anche nelle ore centrali della notte, più soggette al ristagno del particolato, che può persistervi anche a lungo.

3. Il proprietario del fondo che ospita il fuoco epifanico, o il suo conduttore, deve assicurare la presenza ininterrotta di un adeguato numero di persone maggiorenni durante lo svolgimento di tutte le operazioni di abbruciamento, fino al completo spegnimento dei fuochi, onde evitare ogni pericolo di riaccensione.

4. Al termine dell’evento le ceneri e i materiali incombusti devono essere adeguatamente gestiti: in ambito agricolo è possibile lo spargimento sui terreni agrari; in ambito urbano, ciò che rimane sul terreno acquista la qualifica di rifiuto e può essere smaltito solo in accordo con il gestore del servizio di raccolta dei rifiuti urbani.

Queste indicazioni di massima sono descritte con maggior dettaglio in un breve documento [1] predisposto da Arpa, che delinea le modalità di preparazione, gestione e conclusione dei Fuochi Epifanici al fine di renderli maggiormente ecologici e meno impattanti sull’ambiente [2].

E’ poi necessario ricordare che coloro che intendono effettuare l’accensione di un Fuoco Epifanico, devono tener presente che le modalità e prassi operative possono essere disciplinate, nei locali Regolamenti comunali, ai quali dovranno attenersi.

Inoltre, la pratica dell’accensione dei falò epifanici è eccezionalmente consentita ed è inserita all'interno delle pratiche di gestione dei materiali e dei residui agricoli. Con ciò, risulta evidente l’impossibilità di utilizzare materiali configurabili come rifiuti. All’interno dei falò può essere comunque tollerata la presenza di materiale legnoso derivante da manufatti (ad esempio, cassette di legno, parti di pallet), purché assimilabili al legno naturale, privo di trattamento (ad esempio, antiparassitari, vernici, …) o di resine (ad esempio, pallet in materiale pressato). Non è pertanto in alcun modo ammissibile l'utilizzo di materiali non ascrivibili alle biomasse legnose (ad esempio, plastica, gomma, ...) in quanto le emissioni di sostanze inquinanti risulterebbero notevolmente aumentate.

 

 

Bibliografia e sitografia

1) Commento relativo agli impatti sulla qualità dell'aria dei Fuochi Epifanici (ARPA FVG - Aria)

2) Piani sulla qualità dell'aria (ARPA - Aria)

 



Questa notizia viene pubblicata nell'ambito delle iniziative: "2019 IYPT - The International Year of the Periodic Table"

L'elemento chimico di questo mese: "DECEMBER 2019 / VANADIUM"

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