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12 SETTEMBRE 2017

Creato il database regionale della Legionella pneumophila

Prosegue la collaborazione tra Arpa FVG, AAS regionali e Università degli Studi di Udine

Su iniziativa di Arpa FVG, e grazie alla collaborazione con le Aziende per l’Assistenza Sanitaria e l’Università degli Studi di Udine, è stato creato un database che organizza  i dati raccolti durante il monitoraggio regionale della  Legionella pneumophila, principale agente eziologico della legionellosi. L’occasione è stata fornita dall’elaborazione di una tesi di Laurea in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura presso l’Università degli Studi di Udine, dal titolo “Legionella pneumophila: ricerca e monitoraggio dell’ARPA FVG dal 2002 al 2016”. Per la prima volta in regione sono stati georeferenziati tutti i siti monitorati nel periodo considerato, è stato valutato l’andamento delle concentrazioni significative del batterio nelle diverse tipologie di strutture, la sua stagionalità, e sono stati comparati i metodi analitici utilizzati.

La Legionella pneumophila è un batterio ubiquitario, il cui habitat naturale è l’ambiente acquatico. La presenza di questo microrganismo non costituisce di per sé un pericolo per l’uomo, a meno che non si presentino contemporaneamente alcune condizioni. La legionellosi può insorgere solo se individui particolarmente suscettibili all’infezione, come per esempio persone anziane o immunodepresse,  respirano un aerosol contenente il patogeno. Non sono noti casi di infezione legati all’ingestione di acqua contaminata.

La sede di Udine del Laboratorio di Microbiologia di Arpa FVG, che è il Laboratorio di Riferimento Regionale per la diagnosi ambientale della legionellosi, ha messo a disposizione le conoscenze accumulate nella pluriennale attività di monitoraggio del patogeno. Nel periodo compreso tra il 2002 e il 2016 sono stati infatti analizzati 19119 campioni di acqua, risultati dall’ispezione di 707 diversi siti.

La Legionella pneumophila viene ricercata tramite il metodo colturale (ISO 11731:1998), che permette di rilevare e quantificare il patogeno in circa 10 giorni, e il metodo PCR RT (ISO 12869:2012), grazie al quale è possibile effettuare le analisi in meno di 24 ore. La PCR RT (Polymerase Chain Reaction Real Time) viene  utilizzata per le analisi ambientali correlate ai casi di legionellosi, dove i tempi di risposta rapidi e la maggiore sensibilità e specificità della tecnica sono essenziali per applicare i protocolli di contenimento del rischio di epidemia.

Il database, implementato annualmente con le nuove rilevazioni, permetterà di avere a disposizione un quadro aggiornato della diffusione ambientale del patogeno nella nostra Regione, diventando un valido strumento per garantire un’adeguata sorveglianza epidemiologica. Questo dimostra come la sinergia tra diversi enti pubblici è essenziale per valorizzare al meglio le competenze delle singole realtà e garantire i migliori servizi alla cittadinanza.