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11 AGOSTO 2017

Anche quest'anno compare ad agosto lungo la costiera triestina l'alga unicellulare potenzialmente tossica Dinophysis fortii

Il Laboratorio Acque Marine-Costiere e Qualità dell’Aria di Arpa FVG ha rilevato anche quest’anno nel mese di agosto la comparsa, lungo la costiera triestina, dell’alga unicellulare Dinophysis fortii, sia pure attualmente a concentrazioni molto basse. Si tratta di una specie potenzialmente tossica, in quanto produttrice delle tossine DSP (Diarrhetic Shellfish Poisoning), che possono produrre episodi diarroici. La presenza di questo microrganismo nelle acque costiere regionali è stagionale, in quanto in genere compare da agosto a ottobre.

I molluschi bivalvi, che sono organismi filtratori, ingeriscono le microalghe, accumulando al loro interno le tossine da esse eventualmente prodotte, diventando una possibile fonte di intossicazione alimentare. Le tossine sono molecole termostabili, quindi la cottura dei molluschi non  impedisce il verificarsi dei sintomi associati alla contaminazione. Il monitoraggio della concentrazione delle microalghe potenzialmente tossiche è essenziale per prevenire l’insorgere di questi problemi, fungendo da early warning (allerta precoce).

L’efficace prevenzione di questo tipo di intossicazioni alimentari viene ottenuta tramite la sinergia di diverse realtà che operano nella regione: l’Arpa FVG, che controlla la presenza delle alghe potenzialmente tossiche nelle acque marine costiere; L’IZSPVe (Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie), che analizza i molluschi cercando i contaminanti eventualmente presenti; gli OSA (Operatori del Settore Alimentare, ovvero i molluschicultori), che utilizzano procedure di autocontrollo per verificare la salubrità dei propri prodotti e cooperano con gli altri enti nelle attività di controllo; il Servizio Veterinario dell’ASUITS (Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste), che collabora nell’esecuzione dei campionamenti .

Il Laboratorio Acque Marino-Costiere e Qualità dell’Aria di Trieste è una delle poche realtà italiane che, oltre a essere accreditata ai sensi della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2015 per lo specifico metodo UNI EN 15204:2006, utilizza per il fitoplancton una tecnica di campionamento quantitativo integrato (su tutta la colonna d’acqua) mediante tubo.