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18 FEBBRAIO 2017

Stabilito un nuovo limite di legge per il cromo esavalente Cr(VI) nelle acque potabili

Il 16 gennaio 2017 è stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 12, il Decreto Ministeriale 14 novembre 2016, emanato dal Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Tale provvedimento stabilisce, per le acque destinate al consumo umano, il nuovo limite precauzionale per il parametro chimico cromo esavalente, pari a 10 µg/l , ed entrerà in vigore il 15 luglio 2017.

La nuova soglia va ad aggiungersi a quella già in vigore di 50 µg/l per il parametro cromo, che veniva inteso però come cromo totale senza distinzione di forma.

Il cromo, infatti, in natura si trova principalmente in due forme: il cromo esavalente (cromo VI) e il cromo trivalente (cromo III) presente anche nelle nostre acque potabili.

Il cromo (III) è un oligonutriente essenziale, necessario per il corretto metabolismo degli zuccheri nel corpo umano: una carenza di cromo (III) influenza la capacità dell'insulina di regolare il livello di glucosio nel sangue.

Il cromo (VI), invece, è stato classificato cancerogeno e genotossico per l'uomo sulla base di studi epidemiologici che hanno dimostrato un’associazione tra esposizione per via inalatoria al cromo (VI) e cancro del polmone (fonte: monografia IARC - International Agency for Research on Cancer).

Gli studi sull'uomo derivanti dall’assunzione di acque potabili contaminate sono limitati e i conseguenti effetti ancora incerti, tuttavia, l’autorità europea per la sicurezza alimentare EFSA rileva un potenziale rischio di neoplasie associato all’esposizione di cromo (VI) nelle acque potabili, soprattutto per le fasce d’età più giovani (bambini fino a 10 anni) (fonte: Ministero della Salute).

I risultati analitici del Laboratorio analisi ambientali e matrici sanitarie ARPA FVG relativi all’anno 2016 dimostrano che il cromo (totale, senza distinzione di forma) non ha mai superato i 10 µg/l nelle acque potabili della regione, distribuite in rete o provenienti da pozzo. Di conseguenza possiamo affermare che al momento non si riscontrano rischi di superamento per il parametro cromo esavalente. Su oltre 450 analisi il 75% non rileva tracce di cromo totale, il 22% è pari a 1 µg/l e il restante 3% non supera i 6 µg/l.